Chi gestisce le emoji?

Sembra strano chiederselo, eppure su internet tutto è regolamentato secondo norme ben precise, per esempio i DNS o i protocolli presenti su Internet, e i caratteri?

Partiamo dall’inizio.

Anni fa, agli albori di ARPANET, nacque la prima codifica dei caratteri chiamata ASCII.

Questa codifica si basava sull’alfabeto americano, conteneva in totale 127 caratteri di cui 96 stampabili, ovvero lettere, simboli e punteggiatura

Fonte WikipediaCC

Come potete vedere nell’immagine, sono completamente assenti lettere accentate.

Non solo questo, gli idiomi cinesi, russi e moltissimi altri caratteri mancano.

I produttori di sistemi operativi, dovettero distribuire varie codifiche di caratteri una per ogni tipo di scrittura.

Come si riuscì a risolvere questo problema?

Questo fattore portò a una moltitudine di tipologie di codifiche di caratteri, che ovviamente ogni programma, destinato a una distribuzione internazionale, doveva supportare.

Nel 1991 vari team di sviluppatori, si unirono e crearono l’Unicode Consortium, un’associazione per la standardizzazione delle codifiche, tutt’ora detiene lo standard Unicode.

Cos’è lo standard Unicode?

In se l’Unicode è una codifica di caratteri che “traduce” ogni carattere esistente in una serie di bit.

Questi team sono riusciti a mappare ogni carattere scrivibile da tastiera, comprese le lettere accentate, idiomi e moltissime scritture di popoli indigeni.

Potreste dire benissimo che è impossibile, visto la quantità di caratteri che esistono al mondo, eppure tutti questi caratteri possono essere contenuti in poco più di 6 byte, pochissimo se pensiamo che anche fa foto semplice pesa qualche kilobyte.

Ma in tutto questo le emoji cosa c’entrano?

Tornando alla lista dei caratteri, per la quantità enorme di dati, il consorzio Unicode, ha notato che rimanevano ancora moltissimi altri spazi inutilizzati, per via della generosità di quei pochi byte presi.

Non mi metterò a elencare la storia degli emoji, ma dovete sapere che quando sono nati, solo i dispositivi Apple avevano una loro codifica, destinata solo ai dispositivi Apple.

Successivamente, questa codifica fu inglobata da Unicode e da allora i veri emoji, come li conosciamo oggi, nacquero.

Furono aggiunti ufficialmente nella versione 8.0 della lista di Unicode (17 giugno 2015).

Da allora, ogni nuova emoji che viene proposta deve essere approvata e passare una serie di test fatti dai membri dell’Unicode.

Dico “proposta” perché non si può aggiungere tutto quello che si vuole, infatti sul sito dell’Unicode è possibile inviare una nuova emoji attraverso dei moduli predisposti.

Ogni anno (più o meno) nuovi caratteri vengono aggiunti alla lista Unicode, in più anche le nuove emoji che sono passate.

Sul sito ufficiale dell’Unicode potete trovare nuove emoji proposte ed emoji che sicuramente verranno aggiunte nelle nuove versioni.

Potete consultare la lista a questa pagina: https://unicode.org/emoji/charts/

Se volete c’è la nuova pagina: https://home.unicode.org/emoji/

La prossima volta che usate un emoji ricordatevi quanta strada ha fatto per arrivare sui vostri dispositivi.


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alessandrobasi

Appassionato di informatica, scrivo su argomenti tecnici poco conosciuti su cui vale la pena soffermarsi.

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